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Per parlare preleviamo le parole depositate nella nostra memoria. Lì sono custodite le une distinte dalle altre, così come i suoni che le compongono, ognuno diverso dall'altro. Ma nell'attimo esatto in cui le pronunciamo, le parole diventano un ammasso informe di molecole d'aria, un groviglio di onde acustiche continue. C'è solo aria fra chi parla e chi ascolta, eppure siamo in grado di ricostruire in tempo reale parole e frasi. Come può il cervello di un bambino apprendere i suoni della lingua nativa a partire dal segnale acustico senza nessuna istruzione esplicita? Di cosa sono fatti i suoni che depositiamo in memoria quando apprendiamo una lingua? Come fa il cervello a controllare la percezione e la produzione dei suoni? In modo comprensibile a tutti, il libro risponde a queste e molte altre domande alla luce delle più recenti indagini nel campo della neurobiologia del linguaggio.